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(2025-05-20) Auto, nuova rottamazione con incentivi da 597 milioni

Nella proposta di revisione del Pnrr approvata dalla cabina di regia spunta un bonus per acquistare 39mila veicoli elettrici dai risparmi sulle colonnine

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Meno colonnine di ricarica, ma più auto elettriche. Nelle pieghe della revisione del Pnrr si fa largo un nuovo piano di rottamazione delle vetture inquinanti, da finanziare però con circa 597 milioni di euro "risparmiati" per il mancato raggiungimento degli obiettivi relativi alle infrastrutture di ricarica elettrica (M2C2I4.3.1).

I bonus si concentreranno nelle aree urbane più inquinate e incentiveranno l'addio ai veicoli privati con motore termico in cambio di veicoli a zero emissioni, con incentivi destinati alle famiglie a basso Isee (la soglia specifica è da definire).

Nell'intervento rientreranno anche le microimprese per l'acquisto di veicoli commerciali (categoria N1 e N2) sempre a emissioni zero. Nelle stime del governo i fondi liberati aiuteranno la sostituzione di oltre 39mila auto.

Investire nella strategia ecologica nazionale

Nell'ottica dell'esecutivo, politiche come questa «confermano l'approccio dinamico dell'Italia nella gestione del Piano» e sfociano in «un vero e proprio rafforzamento della strategia ecologica nazionale, investendo dove l'impatto positivo è garantito e rapido».

La stessa filosofia ispira le correzioni previste su altri filoni del Pnrr la cui attuazione si è rivelata meno vivace rispetto alle ambizioni iniziali.

È il caso dell'idrogeno nei settori industriali "hard-to-abate": i 640 milioni di euro originariamente assegnati all'investimento, si legge nella relazione, sono inciampati nelle «circostanze oggettive che richiedono un generale ripensamento della misura», affacciatasi su un mercato impreparato a sviluppare una domanda adeguata ad assorbirla. I fondi saranno dirottati verso l'investimento nello sviluppo del biometano, un gas rinnovabile ottenuto da rifiuti e residui agricoli.

Corsa agli obiettivi concordati con la Ue

«Una scelta pragmatica», secondo il documento dell'esecutivo, che, grazie a questa dote aggiuntiva, «permetterà all'Italia di raggiungere entro giugno 2026 una capacità produttiva di biometano di 2,3 miliardi di metri cubi all'anno. Tutto questo, però, attraverso un rinvio di almeno sei mesi della scadenza, «reso necessario - si giustifica il governo - alla luce dell'epidemia di Psa (peste suina, ndr) che interessa Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna».

La difficile corsa verso gli obiettivi concordati con Bruxelles interessa anche la promozione delle energie rinnovabili attraverso le comunità energetiche e l'autoconsumo. In questo caso non si è rivelata felice la scelta di riservare i finanziamenti ai soli Comuni con meno di 5mila abitanti: visto il basso numero di richieste ricevute ritenute ammissibili, il governo ha quindi esteso con il Dm della scorsa settimana l'intervento ai Comuni fino a 50mila abitanti «in quanto sede di numerose aziende che consumano energia nelle ore centrali della giornata, mentre le utenze domestiche tendono a consumare al mattino e alla sera».

 
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